“E’ ancora notte nel porto di Algeciras. L’odore acre e inconfondibile delle raffinerie e’ forte, ma ci si abitua velocemente.
Il silenzio è rotto dal rumore dei passi lungo la vecchia banchina di legno, che ci porta verso una nuova avventura.
Dopo aver preparato la barca usciamo dal porto in silenzio. Non si parla la mattina. Lungo il tragitto la mente immagina già una giornata memorabile. Il suono del motore a bassi regimi e’ dolce. Appena superate le luci d’ingresso dai gas, la barca si solleva dall’acqua scura e scivola veloce.
L’aria diventa frizzante. La brezza dell’oceano accarezza il viso.Sulla sinistra le luci del porto commerciale illuminano la notte. Sullo sfondo Gibilterra, imponente, abbraccia questo piccolo pezzo di Spagna nascondendo il Mediterraneo.
Si naviga tra i mercantili ancorati nella baia. Sono in attesa di entrare in porto per poi riprendere le grandi vie dell’oceano. Sulla destra il faro di Punta Carnero, poi l’abitato tra declivio e mare e in un attimo le scogliere frastagliate dell’Andalucia.
Sopraggiunge l’alba. Il sole fa capolino dal Mediterraneo e illumina la via verso l’antico continente da cui soffia il Moro.
Si naviga lungo questa frattura, che ha diviso due mondi e creato profonde differenze; crocevia di guerre antiche e nuove rotte di speranza. Davanti a noi si illumina il Marocco, con le sue alte montagne aride a picco sul mare. Siamo alle porte del mondo, sulle scie dei grandi navigatori.”
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